L'ormai famigerata "luce in fondo al tunnel"? Ancora non si vede,
ma se non altri si registra una prima, per quanto debole, inversione di
tendenza. L'Istat ha pubblicato gli ultimissimi dati su Pil e
produzione industriale, registrando uno stop al calo del primo ed un
minimo segno positivo sulla seconda. L’Istat non ha certificato la fine
della recessione - anche perché ha ammesso di non avere tale compito -
ma di certo, dopo otto trimestri consecutivi in calo, la notizia di una
crescita congiunturale nulla non può che essere accolta favorevolmente,
sebbene non sia possibile ipotizzare se ciò possa davvero rappresentare
la fine della più lunga recessione in Italia dal Secondo Dopoguerra.
STOP CROLLO PIL -
Nel terzo trimestre il pil dell’Italia è rimasto invariato rispetto al
trimestre precedente, registrando quindi una variazione congiunturale
nulla. Dopo otto cali consecutivi, è il primo arresto del crollo.
Tuttavia non va dimenticato che su base annua si registra un calo
dell’1,8%. Si tratta di dati leggermente migliori rispetto alle stime
preliminari, che parlavano di un calo congiunturale dello 0,1% e
dell’1,9% su base annua. La variazione acquisita del pil per il 2013 è
ora del -1,9%, nel senso che se non si registreranno variazioni
congiunturali nell’ultimo trimestre dell’anno, chiuderemo il 2013 con un
calo del pil dell’1,9%, superiore al -1,7% previsto dal governo Letta
alla fine di settembre, risultante da una revisione al ribasso dal
precedente -1,3% stimato in aprile.
PRODUZIONE INDUSTRIALE SU - Nel
mese di ottobre, l’indice della produzione industriale
destagionalizzato è risultato in crescita dello 0,5% su base mensile, il
secondo aumento consecutivo e il più alto dal mese di gennaio. Il
trimestre agosto-settembre-ottobre ha visto l’indice scendere dello 0,3%
sul trimestre precedente, mentre su base annua la produzione ad ottobre
è risultata in calo dello 0,5%. Nei primi dieci mesi dell’anno, la
produzione è scesa del 3,5% su base annua. Tornando al mese di ottobre,
l’unico dato negativo riguarda l’energia (-0,9%), mentre crescono i beni
di consumo (+0,8%), i beni intermedi (+0,9%) e i beni strumentali
(+0,5%).
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