La ragazza inglese, intervistata dal Corriere della sera, appare calma e realista, forse rassegnata per il lungo tempo passato dal giorno del delitto a oggi. Alla domanda "siete sicuri che siano colpevoli anche se li condannassero?" risponde: "I dubbi saranno sempre gli stessi. In qualunque modo nel mio cuore resterebbero i dubbi, è ovvio, ma noi possiamo solo accettare ciò che ci diranno i giudici e rispettare comunque le decisioni della Giustizia italiana".
Dopo anni vissuti nella continua lotta tra risonanza mediatica del processo e bisogno di continuare a vivere "il verdetto è una scadenza da onorare per la memoria di Meredith, non una fonte di rivincita o della verità". "Sappiamo che i giudici e i giurati non conoscono con certezza la Verità - dice -. Vorremmo che il processo e le chiacchiere intorno ad esso finissero oggi per poterci concentrare solo sul nostro dolore e sul ricordo di Meredith. Tanto, nessuno ci ridarà mia sorella e la nostra vita è finita".
Per Amanda invece, il cui desiderio di essere creduta innocente è al di sopra di ogni ragione, il verdetto sarebbe una tappa determinante: "Tra me e i Kercher si è messo di traverso un mondo - afferma -, per convincere loro devo prima convincere il mondo". Stephanie la pensa diversamente: "Colpevole o innocente, lei dovrebbe essere certa che i suoi familiari siano i primi a crederle, poi noi Kercher e solo dopo tutti gli altri... eppure in questi anni l’ho vista spesso sui giornali e in tv, come se per lei contasse più il mondo che noi".
Tutto pronto a Firenze - E' arrivato con i suoi familiari a Firenze Raffaele Sollecito in attesa della sentenza di stasera della Corte d'Assise. L'ingegnere pugliese è imputato nel processo d'Appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher insieme ad Amanda Knox, che invece è rimasta a Seattle dove aspetta il verdetto con la madre. Nelle aule del Tribunale sono presenti anche il fratello e la sorella della vittima, uccisa la notte tra l'1 e il 2 novembre del 2007. Sollecito e Knox vennero condannati in primo grado ed assolti in appello, provvedimento dopo il quale furono scarcerati. Per il delitto sta invece scontando una condanna definitiva a 16 anni l'ivoriano Rudy Guede.
Nessun commento:
Posta un commento